I Padri Celestini giunsero a Mesagne intorno al XIV secolo, stabilendosi inizialmente con un monastero all’interno delle mura, vicino a San Bartolomeo. Grazie a generose donazioni nobiliari, edificarono poi un nuovo e più grande monastero fuori le mura, strategicamente posizionato vicino alla Porta Piccola e all’allora cinquecentesca chiesa di Santa Maria in Betlem.
Inizialmente modesto, il convento conobbe un’importante crescita in ricchezza e prestigio dopo il 1616, grazie alla soppressione di altre congregazioni celestine che ne inglobarono i beni. Nel 1634 il convento fu elevato al rango di abbazia. Favoriti dal cardinale Mario Albricci Farnese, nel 1671 i Celestini acquisirono ulteriori proprietà, che permisero l’avvio della costruzione di una nuova chiesa nel 1660. Durante questi lavori, fu recuperata un’immagine miracolosa della Vergine della Sanità, considerata protettrice dalla devastante peste del 1528, a cui i mesagnesi sono ancora oggi molto devoti.
L’ampliamento del monastero proseguì tra il 1711 e il 1738, probabilmente ad opera dei maestri leccesi Pasquale e Domenico Antonio de Simone. Per questa espansione, i Celestini acquistarono e inglobarono le botteghe dei ceramisti circostanti, modificando il tessuto urbano. Nel 1797, il monastero ebbe l’onore di ospitare Ferdinando IV di Borbone, che conferì al complesso il prestigioso titolo regio.
Dopo la soppressione dell’ordine, il monastero ha conosciuto una notevole trasformazione, venendo adibito a svariati usi civili: fu sede municipale, caserma, tribunale e infine, acquistato dal Comune nel 1873, ha continuato a servire la comunità. Nel secolo scorso ha ospitato diverse istituzioni pubbliche, tra cui un asilo, scuole, il carcere e persino un cinema. Attualmente, l’antico convento dei Celestini è la sede del Municipio di Mesagne, simbolo tangibile della continuità tra passato e presente.

